San Pedretto

San Pedretto
S. Pietro Apostolo
Parrocchia
0523 820184
0523 820184
, 29010 Castelvetro Piacentino
SAN PEDRETTO
Castelvetro Piacentino
29010
Emilia-Romagna
Italia

Festa patronale: Ss. Pietro e Paolo Ap., 29 giugno.

Sagra tradizionale: B.V. Addolorata, la terza domenica di settembre.

Feste di devozione: Festa del Voto (festa tradizionale della campagna), 25 aprile; Domenica in Albis, la prima domenica dopo Pasqua.

Edifici sacri: Chiesa parrocchiale, stile imperiale barocco (1713), che dall’11 maggio 1895 è anche Santuario diocesano della B.V. Addolorata. Cappella della Scuola materna “Pietro Demaldè” (1966).

STORIA

Il topònimo S. Pietro in Corte è indicativo di una chiesa dedicata al principe degli apostoli situata in una corte, ossia nel castrum posto a difesa della proprietà terriera ed a residenza di un conte o di un gastaldo. Era una corte non di importanza pari a quella di Castelvetro: infatti, in un atto del 6 febbraio 1052 la località viene definita Curticelle (piccola corte) e più chiaramente in un successivo dell’8 novembre 1108 nel quale per la prima volta compare anche la chiesa Ecclesia S. Petri, ubi dicitur Curtexella. L’esistenza a S. Pietro in Corte di un castello è documentata da un atto del 12 aprile 1059 che accenna al Castrum Curticellis. La chiesa faceva dunque parte di un’organizzazione di tipo castrense-rurale; era una prepositura della diocesi di Cremona di una certa importanza, ma destinata anch’essa, dopo la scomparsa del castello ed i passaggi di proprietà del piccolo feudo, frazionato e diviso tra diversi coloni, a divenire una semplice chiesa rurale con cura d’anime. Nessun rilievo è dato, infatti, ad essa nella bolla di Eugenio IV del 9 luglio 1436 che la sottoponeva alla collegiata di Busseto con altre 25 chiese di un largo distretto; e nemmeno nell’altra bolla di Paolo II del 6 febbraio 1470 che la scorporava dalla matrice di Busseto per aggregarla con altre 11 alla collegiata di Monticelli d’Ongina, fondata e dotata da mons. Carlo Pallavicino, vescovo di Lodi e feudatario del luogo. Il decadimento della chiesa prepositurale di S. Pietro in Corte traspare dalle memorie del can. B. Ferrari (Monticelli d’Ongina, Archivio parrocchiale), nelle quali è data relazione della visita compiuta alle chiese del distretto dal can. Michele Rezzano, incaricato dal pontefice di dare esecuzione alla menzionata bolla. Vi si legge che a S. Pietro in Corte “appena si poteva distinguere che vi fosse una Chiesa e che se vi era non aveva attualmente cura d’anime, essendovi solo una Campanella assodata in un legno concentrato in un muro della suddetta Chiesa, ed in quel sito riguardo ai parrocchiani non si trovava che una sola famiglia composta di poche persone”. Nonostante la scarsa attendibilità dei documenti del tempo – dai quali attinse il Ferrari – tendenti a sminuire l’importanza delle chiese del territorio che avrebbero dovuto essere sottoposte all’erigenda collegiata monticellese, non si può dubitare che la chiesa di S. Pietro in Corte avesse perduto molto del suo antico prestigio. In forza della bolla papale essa fu privata del titolo, dei diritti e delle insegne parrocchiali; fu declassata a chiesa filiale curata in tutto sottomessa alla prepositura di S. Lorenzo, al cui patrimonio immobiliare fu incorporata la sua stessa dote beneficiaria, consistente in 546 pertiche piacentine di terreno. Nondimeno mons. Pallavicino, con un gesto squisitamente fraterno nei confronti del parroco Matteo Bottazzi, che era una degnissima figura di sacerdote, lo nominò primo canonico prevosto della chiesa da lui fondata. La cura d’anime a S. Pietro, per disposizione pontificia, era devoluta all’intero corpo capitolare dell’insigne prepositura di S. Lorenzo, che vi provvedeva inviando in luogo un canonico della sua chiesa; l’incarico veniva di solito ricoperto per pochi anni. Questa situazione di dipendenza si protrasse per secoli anche dopo l’erezione nel 1601 della diocesi fidentina; finchè il vescovo P.G. Basetti ottenne dalla S. Congregazione del Concilio (bolla del 26 aprile 1856) che la parrocchia fosse costituita in vicaria perpetua con istituzione canonica, riservando al capitolo di Monticelli d’Ongina il solo diritto di presentare il titolare. Con la soppressione del clero collegiale nella chiesa di S. Lorenzo per le leggi eversive degli anni 1866-67, il diritto di nomina del parroco fu acquisito dall’ordinario diocesano a norma del can. 451 del diritto canonico. Quantunque il parroco conservasse il titolo di canonico della collegiata monticellese a ribadire una situazione di fatto non più sussistente, egli riacquistò la propria autonomia, del resto riaffermata, per quanto si riferisce all’esercizio del ministero pastorale, dai decreti del Concilio Vaticano II. Presentemente la parrocchia, cui per decreto vescovile 23/1/1975 è stata incorporata pressoché interamente la soppressa parrocchia di Villa Diversi, è tra le più vaste della diocesi.

Faraboli Sac. Dario
: Amministratore Parrocchiale
, 29010, SAN PEDRETTO, Italia