La cripta
La cripta della Cattedrale di Fidenza è passata, nel corso dei secoli, da semplice confessio, ovvero luogo di conservazione delle reliquie visibile, ma non accessibile, a vero e proprio oratorium, luogo, cioè, aperto ai fedeli per la preghiera e l’adorazione, in pratica una chiesa chiesa sotterranea a tutti gli effetti.
Nella cripta della Cattedrale di Fidenza l’incontro con le reliquie di San Donnino
Il termine “cripta” deriva dal greco krypto, che significa luogo segreto o dall’accesso limitato e solitamente indica un luogo ipogeo, destinato ad ospitare le reliquie del santo a cui è dedicata la chiesa.
Nel corso dei secoli è spesso testimone di trasformazioni, non solo architettoniche, in quanto in stretta relazione con lo sviluppo del presbiterio soprastante, ma anche ecclesiali e liturgiche.
Nel caso di Fidenza, la cripta è passata da semplice confessio, ovvero luogo di conservazione delle reliquie visibile ma non accessibile, ad oratorium, luogo aperto ai fedeli per la preghiera e l’adorazione e concepito come una chiesa sotterranea.
La cripta della Cattedrale di Fidenza è il luogo reso venerabile dalla sepoltura di San Donnino il cui corpo è custodito in un’urna d’argento e collocata all’interno di un altare in marmo. La cripta, costruita in epoca tardo romana, come risulta da tracce di pavimento attiguo all’altare, fu fatta ampliare in epoca longobarda o carolingia per il sempre maggiore afflusso dei fedeli. In particolar modo quando venne rinvenuto il corpo del Santo nel 1207, allorché si vide necessaria la modifica della pianta della cripta.
Attualmente la cripta si presenta a coro allungato, divisa in tre navate da due file di colonne, con uno sviluppo longitudinale generato dalle esigenze liturgiche, ovvero favorire un più facile accesso alle sante reliquie del Santo per i pellegrini.
Le volte della cripta, testimoni dell’epoca medievale in cui furono costruite, sostengono lo spazio presbiteriale che risulta fortemente sopraelevato (questa peculiarità è propria delle cripte costruite in area padana il cui terreno, più arduo da scavare, rendeva difficoltoso l’interramento totale dello spazio sotterraneo; per cui si definisce in questo modo una cripta per metà sotterranea e per metà visibile sopra la navata).
Le colonne circolari a sostegno delle volte terminano con capitelli dalle raffinate decorazioni, mentre le interessanti pareti laterali riproducono un singolare repertorio d’immagini umane, vegetali e animali. L’altare è in pietra arenaria, costituito da una lastra superiore e da due montanti laterali, con la palma e la corona del martirio scolpite a bassorilievo nella specchiatura interna.
All’ingresso della cripta, sotto lastre di vetro, sono visibili alcuni resti architettonici della primitiva chiesa dedicata al Santo, ovvero il camminamento formato da mattonelle esagonali con tessera marmorea centrale, molto diffuse in tutta l’Emilia romana.
Il lacerto di pavimento fittile d’epoca romana fu ritrovato nel 1920 sotto due pavimenti: uno in lastre d’arenaria d’epoca romanica e l’altro sottostante in cotto d’epoca carolingia.
Dell’antica chiesa sono rilevanti:
- le decorazione a tralci di vite e grappoli d’uva (sec. VIII – IX)
- le due basi di colonna (basso medioevo)
- la decorazione geometrica di una finestrella (seconda metà sec. XIII)
- le pitture a tempera medievali delle volte (sec. XIII)
Nelle volte sopra l’altare di San Donnino si possono osservare gli affreschi cinquecenteschi.