I bassorilievi

 

 Facciata e bassorilievi
 

 

La facciata è un ”capolavoro” assoluto, una Bibbia raccontata per immagini in cui, accanto a scene dell’Antico e del Nuovo testamento vengono accostate le vicende del martirio di San Donnino e “consigli” per i pellegrini, testimonianza viva della grande importanza della via Francigena. Guardare la facciata della Cattedrale di Fidenza è, insomma, un po’ come “leggere” la storia di Fidenza.

 

La facciata della Cattedrale di Fidenza è una vera e propria “Bibbia raccontata per immagini”

 

 
La Cattedrale di Fidenza è considerata uno dei più significativi capolavori dell’architettura medievale.

Sorge nel luogo del martirio di San Donnino, nei pressi cioè dell’antico ponte romano sul torrente Stirone e alla sua realizzazione hanno sicuramente contribuito gli artisti della bottega di Benedetto Antelami (XII – XIII secolo). 

È una testimonianza di fede ed il segno della grande devozione dei fidentini verso il loro martire Patrono.

Nella cripta, infatti, sotto l’altare in una semplice urna si conservano le reliquie del Santo, esposte alla devozione dei fedeli. Ma è anche memoria della “gelosia” di un popolo per la propria indipendenza, da sempre tenace contro le continue insidie della propria libertà. È situata sulla via Francigena, uno snodo cruciale per i pellegrini di tutti i tempi.
 

   La facciata

È un meraviglioso esempio di arte medievale.  Si presenta divisa in due parti: una superiore in cotto a vista e una inferiore ricca di bassorilievi e statue (sono 187 le figure umane, e 101 gli animali scolpiti). È completata da due torri laterali di probabile origine provenzale, che la racchiudono donandole una singolare armonia. 
 

  1. Il portale centrale

 La facciata del Duomo ha un centro: Cristo nella gloria, chiave di volta dell’arco del protiro e riferimento geometrico centrale della facciata. È l’elemento su cui converge l’intero sistema iconografico. Cristo, nelle sembianze dell’Eterno tra gli angeli, “porta i calzari come i pellegrini aprendo loro le braccia”, e nello stesso tempo è il Giudice che rimanda al faccia a faccia con la santità di Dio. Lungo la fascia orizzontale sottostante viene raffigurata la vicenda di San Donnino, che inizia dalla semicolonna di sinistra, scorre tra i due strombi e l’architrave della porta maggiore, e finisce ai lati dell’altra semicolonna. Il martire, che muore per testimoniare che Gesù è l’unico Signore della storia, è colui che più assomiglia a Cristo. Egli diventa il Patrono di una schiera di fedeli. Dal culto di Donnino nasce la Chiesa di Fidenza. 

   L’archivolto a rilievo

 Nell’arco centrale sono rappresentati: a sinistra, 6 patriarchi con i Comandamenti; a destra 6 apostoli con le Beatitudini.  Cristo, centro della storia umana, è venuto non ad abolire, ma a completare la Legge di Mosè con il comando dell’amore. Cristo con la mano destra tiene il cartiglio con il primo dei Comandamenti (scritto in latino) “Ascolta Israele i Comandamenti della Vita” (Baruc 3,9). Con la mano sinistra tiene il cartiglio con la prima delle beatitudini evangeliche e scritta in latino “Beati i poveri in spirito” (Mt 5,3) che continua nel Vangelo con la frase “…  perché di essi è il regno dei cieli”. Le beatitudini ci mettono di fronte a scelte decisive riguardo ai beni terreni e la felicità promessa da Dio.

  Mensole 

 Sotto l’archivolto centrale, sul fronte delle due mensole, sono rappresentati: a sinistra, Abramo, padre dei popoli, colui che non ha esitato a sacrificare per fede suo figlio. Gesù è il Figlio consegnato agli uomini dal Padre celeste; a destra: Giobbe sovrastato da Satana; rappresenta il giusto sofferente, prefigurazione di Cristo.
 

 Capitelli

Sotto le mensole i due capitelli rappresentano: a sinistra, la Vergine Maria; la Parola si è fatta carne nel suo grembo; a destra, gli Evangelisti: Gesù parla attraverso la Parola scritta nei Vangeli dai quattro evangelisti.
 

I leoni stilofori

I due maestosi leoni, che tengono alcune prede tra i loro artigli, richiamano la risurrezione di Cristo e la sua vittoria sul male.

 
 
2. Ai lati del portale centrale

La porta centrale viene arricchita ai lati da grandi capolavori scultorei dell’arte medievale attribuiti a Benedetto Antelami o alla sua bottega e da splendidi bassorilievi.

 Il re Davide e il profeta Ezechiele

Le due statue rimandano al tema della “porta”. Davide, il biblico re d’Israele è scolpito a sinistra del portale centrale. Nel cartiglio che ha tra le mani è scritto in latino: “Questa è la porta del Signore; i giusti entrano per essa”. Davide è colui che ha progettato il tempio di Gerusalemme. Nella calotta della nicchia sovrastante viene raffigurata la Presentazione di Gesù al tempio. Ora il tempio, cioè il “luogo” dell’incontro con Dio, è Gesù stesso.  Dalla parte opposta è scolpito Ezechiele, profeta dell’esilio a Babilonia. Nel suo cartiglio vi è la scritta in latino: “Ho visto chiusa la porta nella casa del Signore”. Nella calotta della nicchia la Vergine, tra viti e fiori di mandorlo, tiene sulle ginocchia il Bambino. Se Cristo è il nuovo tempio, Maria è la porta per accedere a lui. Oltre a questi I pellegrini ricchi e i pellegrini poveri.

 L’adorazione dei Magi ed Elia che sale al cielo

 In alto, alla sinistra del portale centrale, un fregio scolpito rappresenta i tre Magi (di diversa età) che adorano il Bambino benedicente tra le braccia della Madre in maestà. Un angelo indica a Giuseppe di fuggire da Gerusalemme.  Il bassorilievo richiama l’evento centrale della storia umana: l’Incarnazione del Figlio di Dio. Dall’altra parte, la scena raffigura Elia che viene portato in cielo su un carro di fuoco. Dietro al carro, il suo successore, Eliseo con le mani giunte. Sopra di loro, il patriarca Enoch seduto nel mezzo di un giardino di mandorli.
Sia Enoch che Elia, due personaggi biblici rapiti in cielo da Dio stesso, nel Medioevo erano un chiaro rimando al ritorno di Cristo glorioso. Rappresentano dunque la meta ultima della storia, il Giudizio finale, cioè il momento sommo della vittoria del bene sul male.

  

 3. Gli altri bassorilievi e le statue

 Tra l’Incarnazione del Figlio di Dio e il suo Ritorno glorioso scorre il pellegrinaggio umano e le vicende della Chiesa universale e locale. Una sublime storia divina ed umana che viene qui raccontata partendo dalla torre di sinistra (detta del “Folletto” o “delle Cicogne”). Erode e i Magi. Le prime immagini che i pellegrini vedono giungendo dalle terre del nord sono quelle di Erode seduto in trono (probabilmente mentre ordina la strage degli innocenti) e, più in alto, i tre Re Magi a cavallo mentre fuggono da lui. I pellegrini vengono così avvertiti di stare lontano dagli “Erode” di tutti i tempi.

 

4. Portale di sinistra

 Al vertice, la statua di Giovanni Pallavicino, i cui feudi si estendevano in quella terra che, dal 1601, è diventata la Diocesi di Fidenza.
Nel frontone, sotto la raffigurazione dell’Agnello mistico, è narrata lo storia di Borgo San Donnino.  A sinistra, Carlo Magno, che elevò la chiesa a “Chiesa imperiale”; al centro, Papa Adriano II conferisce mitria e pastorale all’arciprete del luogo; a destra, un ammalato (E.GRO.TUS) chiede la guarigione nella Chiesa di San Donnino. Sono qui evidenziati i privilegi di Borgo e l’importanza della chiesa dedicata al santo martire. Nella lunetta, circondata da due gruppi di sette donne, il gruppo scultoreo viene tradizionalmente chiamato “Odigitria” o “Madonna della Via” (la Via Francigena passa davanti alla Cattedrale) o detta anche “Madonna della misericordia”.
Gli animali scolpiti nell’arco (simili a destra e a sinistra) rimandano alla simbologia delle opere di Misericordia corporali e spirituali (la Chiesa riassume l’atteggiamento positivo verso chi è in difficoltà con queste due serie di sette opere).

 

  L’emicolonna di sinistra

  Nel capitello: Daniele nella fossa dei leoni, con Abacuc (a sinistra) che gli porta il cibo.  Daniele è il profeta che ha annunciato la venuta del Salvatore “come Figlio d’Uomo”. La sua immagine è sulla stessa linea orizzontale dei capitelli della Vergine e degli Evangelisti, cui rimanda. Sopra la colonna è collocata la statua dell’apostolo San Simone (Pietro).  La testa sovrapposta è diversa dall’originale. È importante il cartiglio che ha tra le mani poiché, indicando con la scritta in latino che “questa via conduce a Roma”, avverte i pellegrini di essere sulla strada giusta.
 

  I pellegrini nobili e i pellegrini poveri

 A lato della nicchia col Re Davide, un angelo invita una famiglia di pellegrini ricchi ad entrare nella Chiesa. Ai loro piedi sono scolpiti un Grifone (simbolo di forza e saggezza), e un Capricorno (simbolo di passione). Simmetricamente alla porta centrale, a lato della nicchia con il profeta Ezechiele, un angelo guida col bastone da viaggio una famiglia di pellegrini poveri, o vestiti poveramente. Ai loro piedi sono scolpiti un’Arpia (un essere delle tenebre, simbolo di distruzione) e un sagittario (simbolo della lotta contro il male).
 

 L’emicolonna di destra

Ha un semplice capitello con fogliami da cui spunta un fiore.  Può rimandare alla comunità ebraica da cui nasce Cristo ed essere simbolo della Sinagoga che, non avendo riconosciuto il Messia, è sterile. Infatti, sembrerebbe che sopra la colonna non sia stata posta alcuna statua.
 
 

  5. Portale di destra

 Al vertice, l’umile Raimondino, un Santo locale che già pellegrino a Roma, Terrasanta e Santiago, distribuiva beni e cibo con la sua enorme gerla portata sulle spalle. È un sublime testimone di carità cristiana. Al centro del timpano: l’arciprete benedicente della Chiesa di San Donnino. Nella lunetta e nell’architrave: San Michele che trafigge un drago, al centro. Sotto, architrave con “Mano divina”, o la mano benedicente di Dio. Nell’interno del protiro: Ercole che sconfigge il leone di Nemea (la prima sua fatica) e un Grifone che ferisce un cervo. Tutti questi bassorilievi sono simboli del Bene che sconfigge il male. Gli animali scolpiti nell’arco (simili a destra e a sinistra) rimandano ai simboli dei vizi capitali e alle loro conseguenze. Essi sono tutti inseriti in una collana di cerchi, probabilmente ad indicare che vanno circoscritti altrimenti distruggono l’uomo.
 

6. La torre di destra o del Trabucco 

E’ detta così per l’incisione alla base, tramite una scanalatura orizzontale dell’unità di misura piacentina, il trabucco, di metri 3,27, la misura con la quale è stata progettata tutta la facciata. Sopra la misura del trabucco, una formalla isolata raffigura il volo di Alessandro Magno, portato in alto da due grifoni, stimolati con due pezzi di carne posti su due lunghe lance. Indica l’aspirazione al cielo di ogni uomo. Il bassorilievo, secondo una lunga tradizione, è interpretato dai borghigiani anche come “la Berta che fila“. Sulla fascia superiore della torre sono scolpiti i cosiddetti pericoli del viaggio (del pellegrino): per gli animali, i disonesti che si si possono incontrare, per eventuali litigi, per la promiscuità sessuale, per le beleve in cui ci si può imbattere. La recente interpretazione dice che si tratti della “storia di Berta, Milo e Rolandino”, presa dai racconti delle vicende familiari dei reali di Francia del XII-XIII secolo. Sul lato sud della torre, la fascia scultorea dei pellegrini in cammino sulla strada per Roma, secondo l’ordine con cui i pellegrini devono viaggiare secondo la tradizione popolare. Il fregio ha avuto una nuova interpretazione in anni recenti, ossia “il corteo di Carlo Magno che torna in Francia” dopo aver liberato Roma dai Saraceni.