Croce Santo Spirito

Croce Santo Spirito
S. Spirito
Parrocchia
0523 823547
Via Soldati, 29010 Castelvetro Piacentino
CROCE SANTO SPIRITO
Castelvetro Piacentino
29010
Emilia-Romagna
Italia

Patrono e festa patronale: Spirito Santo, festività di Pentecoste.

Sagra tradizionale: Madonna del Rosario, 2a domenica di ottobre.

Festa di devozione: Apparizione Madonna di Lourdes, 11 febbraio.

Edifici sacri: Chiesa parrocchiale, barocco del Settecento (1754). Santuario diocesano di N.S. di Lourdes in Mezzano Chitantolo, barocco (sec. XVIII). Cappella di S. Anna nell’Asilo infantile “S. Giovanni” (1934), già retto da una comunità di suore di S. Anna. Nicchia della Madonna col Bambino in località Cantonazzo, prospiciente via G. Bonomi. Cappellina mariana in via Bedola (1939).

STORIA

Sin dai tempi più remoti Croce S. Spirito fece parte di Cremona, perché compresa nel suburbium, ossia in quella fascia di territorio posta oltre le mura ma a stretto contatto con la città. Gli abitanti del suburbium erano distinti dai cittadini e dai rustici per la loro condizione di pescatori e barcaioli; era gente che, pur abitando di là dal Po, gravitava continuamente sulla città spostandosi da una sponda all’altra del fiume. Il permanere dell’organizzazione romana nella zona trova conferma nei confini dell’urbs, che si estendevano per un certo tratto oltre le mura trascurando il Po quale linea di demarcazione naturale; questa situazione non mutò con l’affermarsi del feudalesimo, perché Croce S. Spirito continuò a far parte del suburbio e ciò spiega le fortificazioni che il comune lombardo fece costruire alla Bastida a difesa inoltrata della città. Si hanno notizie di un suburbium urbis Cremonae situato alla destra del Po sino a prima del Mille. Un atto d’investitura del vescovo Liutprando del 24 febbraio 965 faceva riferimento ad una pezza di terra gerbida situata fuori del sobborgo della città non molto lontano dal Pausiolo. Questo era un ramo vivo del Po – ora ristrettosi – che tagliando Mezzano Chitantolo la rendeva un’isola, sfiorava a Castelvetro la piazza della chiesa e confluiva nel Po presso S. Giuliano. Si noti che sia la chiesa di Croce S. Spirito, posta in località Bissone, che quella di Castelvetro, situata alla prima curva dell’odierna via Morta, dovettero essere demolite per i danni causati ai due edifici dalle acque. Se si tiene conto dell’instabilità del Po in quell’epoca lontana, degli spostamenti del suo letto, delle alluvioni, dei continui fenomeni d’erosione e d’accessione, non è difficile immaginare il territorio di Croce S. Spirito come una distesa di boschi e di acquitrini intercalati da aree coltivate. Da questi stagni è derivato il termine dialettale budrio. Sino agli inizi del secolo scorso, di stagni a Croce ve n’erano molti; ora ne rimangono solo le tracce. Dalla riva del Po aveva inizio la strada per Piacenza, con diramazioni per altri centri del Piacentino e del Parmense; vi transitavano anche i pellegrini diretti a Roma e ciò spiega la presenza di un ospedale, inteso quale luogo di sosta per i romei, attiguo ad un convento di monache che possedeva nella zona cospicue proprietà. Si trattava, senza dubbio, del monastero di S. Maria delle Monache, citato nel 1221 in un atto di conferma dell’investitura del vescovo di Cremona, a titolo di feudo onorifico, di molte terre ai suoi vassalli Dovara. In esso è fatta anche menzione della chiesa delle monache, la quale era certamente incorporata al monastero. Un atto precedente, recante la data del 15 febbraio 1172, tratta della concessione di sette pertiche di terra, delle quali tre presso l’ospedale dello Spirito Santo, con il consenso di quelle converse. La chiesa di Croce S. Spirito compare per la prima volta in una pergamena del 2 agosto 1163, relativamente ad un’investitura da parte dei consoli di Cremona a favore di Deghelde de Natali Boldenzo, in nome suo e del fratello Nuvolello e di Petanalupo, di due iugeri di terra ultra Padum prope ecclesia S. Spiritus. Di solito gli ospizi per pellegrini, se attigui ad una chiesa, ne assumevano il titolo; infatti, quello di Croce S. Spirito era detto dello Spirito Santo perché questa era la denominazione della chiesa. Fu fondato dagli Agostiniani di Cremona e sorse assai prima che nel 1180 Guido di Montpellier istituisse in Francia, con finalità ospitaliere, l’Ordine dello Spirito Santo, che si propagò pure in numerose località d’Italia. L’ospedale fu in seguito ceduto in uso dagli Agostiniani ad una comunità di religiose la cui presenza in paese è documentata a decorrere dalla seconda metà del sec. XII; ma ospedale e monastero non ebbero vita lunga: furono forse distrutti dal Po. Non ne fanno cenno le bolle pontificie di fondazione delle collegiate di Busseto (1436) e di Monticelli d’Ongina (1470), nelle quali viene citata soltanto la chiesa; e l’ospedale non viene menzionato tra quelli minori della zona assorbiti nel 1451 dall’ospedale di Cremona. Agli inizi del sec. XVIII comparve a Croce S. Spirito un’altra comunità di religiose, quella delle Penitenti, provenienti da Cremona; le monache si stabilirono a Mezzano Chitantolo in un fabbricato adibito a convento ed a ricovero per pellegrini, cui era annesso un oratorio – l’odierno santuario diocesano di N.S. di Lourdes – dedicato alla Madonna. Le monache lasciarono il paese dopo il 1810 in seguito alla soppressione napoleonica degli ordini religiosi. La chiesa di Croce S. Spirito dipendeva certamente dalla pievana di S. Giuliano per il fonte ed il diritto battesimale anche dopo che entrambe le chiese furono sottoposte nel 1436 alla giurisdizione della collegiata di Busseto e la pievana perdette gli antichi privilegi. Era, quella di Croce, una chiesa campestre “diruta e malconcia”. Non era parrocchiale, in quanto senza cura d¿anime, e scarsamente beneficiata a dimostrazione della povertà dei pochi abitanti della villa, che erano pescatori, barcaioli e contadini. Il suo patrimonio ¿ consistente in 85 pertiche, 17 tavole e 10 piedi di terreno – fu incorporato a quello dell’erigenda collegiata di S. Lorenzo, cui, sottraendole a Busseto, fu sottomessa con la pievana di S. Giuliano e le altre di Castelvetro, S. Pietro in Corte, Olza e Fogarole; chiese, tutte, comprese nel cosiddetto feudo vecchio pervenuto in eredità nel 1457 al vescovo Carlo Pallavicino, fondatore della collegiata monticellese. Da allora quella di Croce S. Spirito divenne chiesa curata: al prevosto di Monticelli d’Ongina spettava il diritto di nominare il sacerdote incaricato della cura d¿anime nel luogo. E’ probabile che inizialmente questi curati, i quali erano di solito canonici della collegiata, non avessero obbligo di residenza: di essi si ha memoria a decorrere dal 1587; all’ultimo curato-parroco – essendo nel frattempo stata eretta la diocesi di San Donnino – successe nel 1602 un rettore a dimostrazione della raggiunta autonomia della parrocchia, la cui importanza andò da allora gradatamente affermandosi.