Pieveottoville

Pieveottoville
S. Giovanni Battista
Parrocchia
Piazza C. Battisti, 19, 43010 Zibello
PIEVEOTTOVILLE
Zibello
43010
Emilia-Romagna
Italia

Festa patronale e sagra tradizionale: S. Giovanni Battista, 24 giugno.

Feste di devozione: S. Antonio Abate, 17 gennaio; Apparizione della Madonna a Lourdes, 11 febbraio; Madonna della Visitazione, 31 maggio; S. Quarant’ore, il lunedì di Pentecoste; S. Lucia V.M. (compatrona), terza domenica di settembre.

Edifici sacri: Chiesa parrocchiale e collegiata, barocca (in origine romanica), con facciata neoclassica (in parte ricostruita nel sec. XV). Chiesa della Visitazione di M.V. detta della “Madonnina del Po”, barocca (1615). Oratorio di S. Antonio Abate, barocco (1827). Oratorio di S. Domenico di Guzman detto “del Ghisiolo” in località Ghiare (1953). Cappella della Scuola materna (1955). Cappella del Cimitero (sec. XIX). Cappella feriale, nella vecchia sagrestia della Chiesa collegiata (1975). Cappellina dell’Immacolata in via Verdi (1700). Cappellina mariana a lato della provinciale per Fidenza (sec. XVII). Cappellina mariana verso Rigosa ed il Marzano (1930). Casa di Riposo “S. Lucia” (1954).

STORIA

Non è noto per quale ragione Pieveottoville, pur essendo prossima a Zibello, storicamente più importante per l’esistenza di un forte castello sin dall’epoca romana, ebbe una chiesa pievana, ossia una delle prime chiese battesimali di un largo distretto; essa aveva giurisdizione nel territorio compreso sommariamente tra le pievi di S. Secondo Parmense, di S. Donnino (di formazione successiva), di S. Andrea di Busseto e di S. Giuliano Piacentino. Se la funzione castrense si associava di solito a quella pievana, ciò non si verificò per Zibello, al cui prestigio politico si contrapponeva quello ecclesiastico di Pieveottoville, la Pieve di Cucullo, toponimo di derivazione romana riferito al cucùlo, lo stravagante uccello che popolava i boschi della zona, ma che variò poi in Cogoli o Cogolli (la pieve di Cogollo), ossia la pieve dei pescatori, essendo il cògolo un antico utensile da pesca. Pieveottoville fu una delle quattro corti regie donate intorno all’800 da Carlomagno all’episcopio cremonese; mutò per la terza volta denominazione assumendo quella di Plebs altis villarum, ossia la pieve degli alti, dei longobardi semiliberi, tali in quanto ancora soggetti agli obblighi di lavoro verso il padrone, che era un gastaldo. L’arciprete di Pieveottoville – definizione definitiva del paese – era un vicario del vescovo di Cremona preposto nell’Oltrepò al governo pastorale della sua pieve: ad essa erano sottoposte le chiese di Zibello, S. Croce, Polesine di S. Vito e Polesine de’ Manfredi, Ragazzola, Stagno Parmense, Porto, Sommo e Cella di Colorno, quest’ultima scomparsa per l’erosione del Po similmente a Polesine de’ Manfredi. Le chiese dipendenti da Pieveottoville si ridussero pertanto a otto e questo particolare trasse in errore alcuni storiografi, inducendoli a ritenere che il toponimo Pieveottoville traesse la derivazione etimologica da “Pieve delle otto ville” (villa nel significato in uso di paese). Andava frattanto acquistando grande importanza politica la vicina Busseto, elevata dai feudatari Pallavicino a capitale del loro vasto dominio. Nel 1435 il marchese Orlando detto il Magnifico ottenne dal pontefice Eugenio IV di poter erigere e dotare in Busseto una chiesa prepositurale e collegiata e di sottoporre ad essa 26 chiese dell’Oltrepò piacentino e parmense facenti parte della diocesi di Cremona. Nella bolla papale figurano anche la pievana di Pieveottoville e le altre chiese da essa dipendenti, che da allora furono poste tutte sullo stesso piano; da notare che frattempo si erano staccate dalla chiesa matrice le chiese di Tolarolo, di Sommo e di Porto. Ma, eretta nel 1601 la diocesi di Borgo San Donnino, Pieveottoville fece valere i suoi antichi privilegi e fu scelta a sede di forania con giurisdizione sulle chiese di Ragazzola, S. Croce, Stagno Parmense, Zibello e più tardi Polesine. Successivamente Zibello si staccò da forania per divenire a sua volta sede di vicariato foraneo con alle dipendenze le chiese di Polesine e di S. Croce. Ciononostante i parroci di Pieveottoville, facendo valere più che i diritti la forza economica della loro chiesa, molto ricca di benefici, brigarono perché fosse riconosciuta ad essa una posizione più onorifica; finchè il vescovo Niccolò Caranza la eresse nel 1687 in collegiata. Già nel 1675 la casa canonica era stata ricostruita a guisa di un piccolo episcopio; sorsero poi abitazioni per i canonici e furono attuati nella chiesa opportuni adattamenti per dar modo al parroco ed al clero collegiale di celebrare. Era allora arciprete Francesco Asti; i suoi successori, Mischi e Moranti, erano conti. Divenne da allora consuetudine che il parroco di Pieveottoville fosse nobile o titolato a ribadire una posizione di particolare prestigio. Ciò dette origine ad un certo trionfalismo che spinse la parrocchia a voler primeggiare in ogni iniziativa e che non venne meno dopo la soppressione nella seconda metà del 1800 del clero collegiale ed il ritorno al sistema parrocchiale a cura individuale, sebbene esercitato dal parroco con uno o più vicari cooperatori. Presentemente la parrocchia fa parte del vicariato foraneo della Bassa Parmense. Pur avendo perdute le antiche prerogative, occupa una posizione rilevante soprattutto per la sua organizzazione parrocchiale, che è particolarmente efficiente.

Moracca Diac. Carlo
: Collaboratore Pastorale